E’ di questi giorni un richiamo che il commissario all’economia della Commissione Europea, per giunta l’italiano Paolo Gentiloni, ha dovuto indirizzare al suo e nostro Paese.
Quando l’Europa ha concesso all’Italia qualcosa come oltre 200 miliardi di euro, questi chiaramente erano vincolati ad un iter di gestione, sia in fase di progettazione che in fase dei vari stati di avanzamento, che i progetti interessati devono rispettare.
Probabilmente anzi sicuramente, nelle clausole della concessione, all’Italia è richiesto anche di legiferare su delle materie per le quali abbiamo da tempo da colmare qualche “vuoto”.
Tutti voi ricorderete un mantra che dai primi anni del terzo millennio aleggia sul nostro Paese,
CE LO CHIEDE L’EUROPA
e anche in questa circostanza, con la sensibilità che lo contraddistingue, il “povero” Gentiloni si è visto costretto a ricordarci che gli impegni, una volta presi vanno onorati e assolti.
Considerate il richiamo del Commissario un “ricatto” che dobbiamo comunque subire?
Oppure considerate la vicenda come l’occasione per legiferare in modo che nessun Governo sarebbe i grado di fare autonomamente?
Considerando che oltre il 10% di questi fondi sarebbero indirizzati sulla Toscana, per opere che difficilmente da soli riusciremo a finanziare, cosa pensate della vicenda?
Stefano Galli si rivolge ai nostri opinionisti: Massimo Biagioni, Alessandro Scipioni, Michele Ventura, Massimo Mattei.
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