La prossima settimana, a partite da lunedì 25, il nostro Paese celebra 2 festività civili fondamentali per la nostra vita democratica. Lunedì settantasettesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo e domenica Primo Maggio la festa del Lavoro. Quest’ultima ha origine addirittura aldilà dell’Atlantico, nell’Illinois, Stato che nel 1866 approvò una legge che introduceva, la giornata lavorativa di 8 ore, fissandone l’entrata in vigore il 1 maggio dell’anno successivo.
Il 25 Aprile del 1946 si celebra invece il primo anniversario della Liberazione, anche se si dovrà attendere il 27 maggio del 1949 per veder istituzionalizzata stabilmente come Festa Nazionale.
La sempre maggiore precarizzazione del Lavoro, può concederci ancora di parlare di Festa del Lavoro/ Lavoratori, dal momento che per vari motivi anche il Lavoro come elemento fondante della Costituzione appare sempre più in discussione?
Potrebbe essere un errore, alla luce di quanto succede anche vicino a noi, pensare che la Libertà frutto della guerra di Liberazione, una volta acquisita, sia per sempre, e non necessiti di essere alimentata continuamente?
Stefano Galli si rivolge ai nostri opinionisti: Massimo Biagioni, Giuseppe Matulli, Alessandro Scipioni, Michele Ventura, Massimo Mattei.
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