Ammesso e non concesso che davvero gli schieramenti abbiano
cercato di individuare, un nome, sul quale si potesse o ancora si possa trovare un ampio consenso per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, considerando che domenica, poco può essere fatto in questa direzione, a disposizione dei partiti rimane solo la giornata di domani.
Pensando, che si parla del rinnovo della più alta carica dello Stato da molto tempo, fa una certa impressione che a pochissime ore dalla prima “chiama” per i grandi elettori non si sia trovato un campo comune, da dove iniziare il percorso.
Probabilmente, a frenare un po’ tutto l’iter, è il nome e cognome che fino a questo momento ha caratterizzato la vicenda: SILVIO BERLUSCONI.
Il primo a non aver fatto mistero di questa sua volontà, pur conoscendo, le insidie che si possono nascondere dietro il suo nome, ma che potrebbe aver messo in campo tutto questo circo per ottenere, magari dopo la terza votazione, la convergenza anche del centrosinistra, anche se con qualche distinguo, per poter veder eletto un uomo del centrodestra.
Vi convince questa ricostruzione dei fatti, oppure pensate che la situazione possa addirittura essere più complicata di quanto non l’abbiamo rappresentata noi?
Se sin dalle prime “chiamate” non vi fosse alle viste un nome sul quale trovare un accordo, quanto potrebbe “tenere” il nostro Paese, di fronte a speculazioni che potrebbero arrivare?
Stefano Galli si rivolge ai nostri opinionisti: Massimo Biagioni, Giuseppe Matulli, Alessandro Scipioni, Michele Ventura, Massimo Mattei.
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