Borgo San Lorenzo, aumento Tari: raddoppiato il fondo per aiutare le famiglie; confermati gli sconti per differenziata e nuove imprese

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Il Consiglio Comunale di Borgo San Lorenzo, per far fronte agli aumenti della Tari che impattano in tutti i comuni, e che peseranno mediamente l’8% in più rispetto allo scorso anno, ha approvato un pacchetto di misure per mitigare il peso degli aumenti.

Per le famiglie, il Fondo per le agevolazioni Isee è stato raddoppiato, passando da 15 a 30 mila euro e verrà distribuito alle famiglie con Isee non superiore a 20 mila euro. Un fondo di 5 mila euro sarà destinato alle famiglie gravate dalla perdita involontaria del lavoro. E anche le “nuove attività” economiche potranno richiedere una riduzione del 20% per i primi due anni di attività. Sono inoltre confermate le riduzioni sulla base dei conferimenti di indifferenziato, con uno sconto per chi fa bene la raccolta differenziata.

“Rispetto al Piani Finanziario di Ato, – sottolinea il sindaco Omoboni – avremmo potuto votare contro? Certo, per fare una “paraculata”, sventolando la bandierina del no, con una bella figura di facciata agli occhi dell’opinione pubblica, contando ovviamente sul senso di responsabilità degli altri comuni, e le tariffe sarebbero aumentate esattamente dello stesso importo. Altro punto da chiarire bene: la non approvazione del Piano finanziario della Tari all’interno di ATO avrebbe portato gravissime conseguenze sulla gestione dei rifiuti, avrebbe compromesso la tenuta del gestore e quindi la funzionalità del servizio. Non approvare il piano invece in consiglio comunale avrebbe comportato l’applicazione delle tariffe del 2021, e quindi a necessità di mettere la differenza del costo tra il 2021 e il 2022 dal bilancio comunale, e parliamo di oltre 400mila euro. Chiarito questo, è evidente che serve un lavoro serio sui costi del gestore, e soprattutto sugli impianti: l’immobilismo e il cambio di traiettoria di questi decenni ci ha portato a una carenza di impianti che grava sulle bollette di cittadini e imprese. È fondamentale ridurre la produzione dei rifiuti, oltre al miglioramento qualitativo delle raccolte differenziate: gli obiettivi regionali sono il raggiungimento dell’80-85% nel 2035 della raccolta differenziata (oggi al 62%) del 65% di riciclo di materia (oggi stimato attorno al 50%), e il 10% di smaltimento in discarica (oggi al 37%). Abbiamo bisogno di un intervento serio da parte della politica regionale che vada a contenere gli aumenti previsti anche per gli anni futuri e che nell’immediato premi i cittadini dei comuni virtuosi, come il nostro, che hanno superato l’80% di raccolta differenziata. Bene il nuovo piano dell’economia circolare, che arriverà in consiglio regionale a settembre, bene i fondi del PNRR per gli impianti, bene le quasi 40 proposte di nuovi impianti arrivate alla Regione, ma tra autorizzazioni e realizzazioni rischiano di passare anni: e nel frattempo che facciamo?

I numeri del Piano finanziario, – sottolinea l’assessore Tai – sono complicati ma non dobbiamo dare letture fantasiose. Nei giorni scorsi ho letto che l’aumento deriva esclusivamente dai costi di fissi (i costi di gestione e di capitale), mentre si registra una diminuzione dei costi variabili (cioè quelli derivanti dal servizio di raccolta dei rifiuti). Dobbiamo invece essere chiari su questo: i costi derivanti dal servizio di raccolta dei rifiuti (quindi della parte variabile), anche quello della parte differenziata sono aumentati lo scorso anno, quando sono state ricalcolate le voci del costo dopo tre anni di invarianza. Questo aumento ha molte cause, tra queste sicuramente pesa la mancata realizzazione e apertura di impianti che ci costringe a dover portare fuori il prodotto e quindi a spendere di più. L’aumento del Piano dello scorso anno, infatti, sarebbe stato del 18% circa, che si è risolto con l’incremento tariffario del 6.6%, generando un debito che si porta negli anni successivi e che va a incrementare le voci di conguaglio, la principale causa di aumento delle tariffe.

Ovviamente abbiamo richiesto una verifica del piano e abbiamo intenzione di analizzare tutte le voci dei costi fissi, sia quelle di gestione che quelle di capitale, che effettivamente quest’anno sono aumentate. Ma portare ancora il 60% dei rifiuti in discarica, come accadeva prima del porta a porta, avrebbe avuto un costo ancora più alto.

Stiamo comunque lavorando per attuare interventi concreti: il primo è senza dubbio il passaggio a tariffa puntuale, in base alla quale si paga per quanto rifiuto si produce; l’altro è l’intervento sulle famiglie che hanno un Isee pari o inferiore a 20 mila euro, alle quali daremo degli sgravi che come limite minimo avranno la copertura degli aumenti, ma che saranno anche più alti per le fasce più deboli. Un esempio concreto: per una casa di 100mq con 4 componenti l’aumento annuo è di 46 euro, 26 euro la stessa famiglia con un’abitazione di 60mq, ma con la fascia Isee sotto i 20mila non ci sarà alcun aumento e in alcuni casi, una diminuzione rispetto al 2021. Per le utenze non domestiche l’aumento medio è di circa 50 centesimi a mq, ma alcune categorie, in particolare quelle con la tariffa più alta, avranno le stese tariffe dello scorso anno.

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