Porta a porta in Mugello, FP CGIL: “Meno diritti e salario per gli operatori in appalto”

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“Gli operatori in appalto che si occupano della gestione dei rifiuti porta a porta in Mugello hanno meno diritti e salario”. E’ quanto sostiene la FP Cgil in una nota all’interno della quale definisce la situazione inaccettabile e dove chiede che venga applicato “il contratto nazionale di riferimento o che tali lavoratori vengano internalizzati”.
Sono circa 60 gli operatori assunti da vari cooperative per i tre lotti territoriali che gestiscono il servizio per conto di Alia.

Di seguito la nota completa del sindacato:

La raccolta rifiuti porta porta in Mugello è un servizio svolto da circa 60 operatori, assunti da vari cooperative per i tre lotti territoriali. ALIA, l’azienda concessionaria del servizio per conto dei Comuni appartenenti all’Ambito Territoriale ottimale Toscana Centro, in questo come in altri territori, ha affidato all’esterno il servizio di raccolta anziché gestirlo con personale alle proprie dipendenze.
Molte sono le criticità che denunciamo e che vogliamo risolvere per migliorare il servizio e le condizioni di coloro che ci lavorano. In primo luogo dobbiamo rilevare che, a differenza del passato in cui gli appalti riguardavano solo alcuni servizi nell’orbita dell’igiene ambientale, ad oggi si è appaltato un pezzo fondamentale del ciclo dei rifiuti. Dobbiamo segnalare che le condizioni di lavoro degli operatori di igiene ambientale presso ditte in appalto sono notevolmente peggiori, in termini di salario, diritti, sicurezza e condizioni di lavoro rispetto ai dipendenti diretti di aziende di Igiene Ambientale. E ricordiamo inoltre che la raccolta dei rifiuti porta a porta, essendo manuale, espone i lavoratori ad elevati rischi anche legati all’usura fisica. Riteniamo che dietro alla scelta di esternalizzare il servizio non ci siano ragioni di ricerca di una maggior qualità o efficienza, ma soltanto la ricerca di abbassare i costi attraverso il lavoro, che rischia di essere più pesante e pericoloso. L’attività di raccolta porta a porta, con la manualità degli operatori e la sua capillarità, riduce la quantità di rifiuti e ne aumenta la qualità del materiale differenziato raccolto. Vantaggi ambientale realizzati con l’impegno dei cittadini e con la fatica fisica degli operatori che devono essere valorizzati.
I lavoratori degli appalti sono a assunti e dipendenze di cooperative ma, da contratto nazionale di riferimento, a questi lavoratori dovrebbero essere riconosciute le medesime regole economiche e normative dei lavoratori diretti. Purtroppo non è così e il divario è notevole. Innanzi tutto non viene applicato loro il contratto nazionale di riferimento, ovvero quello per i dipendenti dei servizi di igiene ambientale, ma i contratti delle Cooperative sociali o Multiservizi con il risultato che i salari sono più bassi di circa il 30%. E dunque evidente che si è prodotta, sul ciclo dei rifiuti, un’economia di gestione comprimendo i diritti e i salari dei lavoratori. Ciò è inaccettabile. Crediamo sia abbastanza noto ai cittadini del nostro territorio l’impegno di questi lavoratori che, ogni giorno, con ogni stagione ed ogni condizione metereologica portano avanti avanti il servizio. Ad esempio, anche nelle ore immediatamente successive agli eventi sismici che hanno interessato il nostro territorio il servizio di raccolta porta a porta è stato svolto senza ritardi o sospensioni e questo basta a sottolineare il grado di serietà e dedizione di questi lavoratori. Sappiamo anche che la parcellizzazione del servizio in più lotti, che corrispondono a più datori di lavoro, unita alla compressione delle somme messe a base d’asta per gli appalti, produce spesso un modello organizzativo che espone i lavoratori ad una forte variabilità dell’orario di lavoro con, in taluni casi, un ricorso al lavoro straordinario assolutamente eccessivo e pericoloso.
Come CGIL abbiamo l’assoluta convinzione che si debba, in questo come in ogni territorio, rivendicare il diritto di questi lavoratori alla parità di salario, alla parità di trattamento ed a lavorare in condizioni di sicurezza. Se questo dovesse comportare il venir meno dei risparmi che le aziende concessionarie producono, impropriamente, con il sistema degli appalti, si faccia come annunciato recentemente nel territorio di ATO Costa e si torni alla gestione diretta del servizio, assumendo i lavoratori ed eliminando la pratica degli appalti al ribasso.

 

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