Chiusura Centro Piscine Mugello, le reazioni di Cgil Mugello e Officina Vicchio: “40 lavoratori lasciati a casa senza preavviso”

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Centro Piscine Mugello, sull’apertura posticipata della struttura si esprime anche Cgil Mugello; questo il comunicato integrale:

Apprendiamo con preoccupazione che il Centro Piscine del Mugello ha deciso di posticipare l’apertura del servizio al 1° febbraio 2022, lasciando a casa circa 40 lavoratori senza preavviso. Per la maggior parte di questi lavoratori si tratta dell’unica o della principale occupazione e non hanno accesso ad alcuna altra forma di sussidio. Il contratto di collaborazione sportiva, infatti, non prevedendo il versamento dei contributi entro i 10.000,00 euro di reddito non dà diritto ad alcuna prestazione sociale, compresa la cassa integrazione o la disoccupazione.

Tra l’altro, in questa fase della pandemia non sono state ancora prese delle misure governative legate alla chiusura delle attività sportive, comprese quelle delle piscine, e pertanto non sono stati messi in campo sussidi specifici per i collaboratori sportivi che vedono sospesa la loro attività. Le altre strutture sportive della zona, comprese le piscine, infatti, sono ancora aperte e operative.

Siamo convinti, così come riporta la nota dei collaboratori uscita sulla stampa locale nei giorni scorsi, che l’interruzione del servizio possa rappresentare un disagio per coloro che ne usufruiscono per questioni di salute. Il centro Piscine del Mugello è una struttura di riferimento per gli abitanti non solo di Borgo San Lorenzo, ma anche dei comuni limitrofi, e le attività proposte hanno una funzione rilevante per il benessere fisico e mentale delle persone. Tale funzione assume una valenza ancor più fondamentale in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo in questi anni di pandemia, tanto più che riteniamo possano esserci tutte le condizioni per svolgere le normali attività in sicurezza, mantenendo le dovute precauzioni e mettendo in atto tutte le norme sulla sicurezza per il contenimento dei contagi da Covid 19.

Dopo l’assemblea con i lavoratori del Centro Piscine del Mugello, la Cgil del Mugello, insieme al Nidil Cgil, categoria che segue i collaboratori sportivi, la Slc Cgil, categoria di riferimento dei lavoratori del settore, e la Fp Cgil, categoria che segue il settore pubblico, ha richiesto un incontro all’Unione Montana dei Comuni del Mugello e all’amministrazione comunale di Borgo San Lorenzo, al fine di trovare quanto prima una soluzione per non lasciare questi lavoratori a casa senza stipendio e senza ammortizzatori e per riaprire all’utenza un servizio tanto importante.

Questo invece il comunicato di Officina Vicchio 19:

Probabilmente si penserà che la questione della chiusura del Centro Piscine del Mugello sia una vicenda che riguarda esclusivamente il Comune di Borgo San Lorenzo, in realtà coinvolge la totalità dell’utenza del territorio del Mugello.
Infatti in data 12/11/2021 la Giunta Unione Montana dei Comuni, con una comunicazione  ha disposto l’erogazione di una contribuzione di Euro 25.000 a favore del Comune di Borgo San Lorenzo finalizzata al sostegno delle attività del Centro Piscine del Mugello gestite dalla Soc. Sportiva “Vivi lo Sport”, volta a mantenere l’accesso all’impianto con tariffe agevolate agli studenti del territorio.
Insomma, tutti i Comuni che fanno parte dell’Unione, hanno contribuito economicamente affinché l’impianto potesse continuare ad erogare le prestazioni in favore delle scuole e di tutte le altre attività che vengono svolte nel centro natatorio in questione.
Ovviamente, siamo assolutamente d’accordo con queste compartecipazioni, ma chiediamo da cittadini che gli scopi vengano quantomeno perseguiti e poi raggiunti ,e non disattesi con motivazioni spesso al limite dell’incomprensibile come quella ufficialmente dichiarata.
E se da un lato siamo delusi dalla gestione che ha creato all’utenza la società sportiva in questione, dall’altro stiamo pensando al modo approssimativo e privo di rispetto con cui quest’ultima ha lasciato a casa 40 persone alle quali esprimiamo tutta la nostra solidarietà sapendo che questi non potranno  fare ricorso a nessun tipo di ammortizzatore sociale.
Inoltre crediamo in una politica fatta di dialettica e confronto e non di out-out che nella maggior parte dei casi alimentano lo scollamento già ampiamente esistente fra cittadino ed istituzioni.
Pertanto, oltre ad augurarci che tale servizio possa essere ripristinato al più presto possibile, facciamo appello ai soggetti titolari di avviare tutte quelle procedure per trovare soluzioni confacenti che possano risolvere la questione nel suo complesso e nel pieno rispetto dei diritti e della dignità altrui.
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