Ordinanza regionale dà l’ok alla cura degli orti, ma alcuni sindaci non sono d’accordo

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Fa discutere l’ordinanza approvata dal presidente della Regione Enrico Rossi in relazione alla possibilità di tornare a svolgere attività di cura degli orti e di selvicoltura anche in questa fase di persistente emergenza da Covid-19.
Oltre agli imprenditori agricoli, anche chi si dedica infatti alle attività agricole in via amatoriale può svolgere le operazioni colturali che la stagione impone e che sono necessarie alla tutela delle produzioni vegetali e può, inoltre, accudire gli animali allevati. Lo spostamento all’interno del Comune e verso altri Comuni può essere giustificato con la necessità di provvedere allo svolgimento delle attività di agricoltura amatoria purché sia effettuato non più di una volta al giorno, da massimo due componenti per nucleo familiare.
“La cura degli orti, e anche di quei piccoli vigneti e oliveti gestiti da privati per economie familiari è necessaria in un periodo vegetazionale come questo” dice l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi: “Permette infatti di conservare questo nostro patrimonio, oltre a essere importante per la tenuta idrogeologica, per il mantenimento del paesaggio, per limitare al massimo il rischio di incendi. C’è poi un aspetto anche sociale che vorrei evidenziare: il piccolo orto per tante persone spesso anziane rappresenta una piccola ma significativa forma di sostentamento e di integrazione al proprio reddito”.
Una scelta che alcuni sindaci hanno contestato, come il sindaco di Scarperia e San Piero Federico Ignesti, che ha telefonato direttamente a Remaschi e che dice alla Nazione: “La Regione ha sbagliato, spero in un rapido ripensamento. Si muoveranno in tanti, e la cosa non ha senso. Tieni i lavoratori a casa e chiudi le fabbriche e poi fai uscire i pensionati per fare l’orto. Posso capire chi deve accudire gli animali. Ma consentire di muoversi per piantare pomodori e verze, no”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il sindaco di Borgo San Lorenzo Paolo Omoboni, che si dice preoccupato: “In questo modo – dice al quotidiano fiorentino – si rendono difficoltosi i controlli da parte delle forze dell’ordine. Come si fanno a verificare le destinazioni?”.

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