Al pontassievese Italo Renzoni la Medaglia d’oro alla memoria: antifascista e internato militare

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E’ stata assegnata ad Italo Renzoni, dal Prefetto di Grosseto Fabio Marsilio, la Medaglia d’Oro destinata a tutti i cittadini militari internati nei lager nazisti tra il 1943 e il 1945. A riceverla i familiari in una cerimonia svoltasi a Pitigliano “la piccola Gerusalemme” lo scorso 27 gennaio.

Italo Renzoni nato ad Arezzo, ha vissuto con la famiglia dagli anni 30 fino al 1988 a Pontassieve e nel periodo della seconda guerra Mondiale risiedeva in via Ghiberti, nel cuore di Pontassieve alla “coscia” del ponte Mediceo. Si trasferì poi a Grosseto, dove morirà nel 1989.

Antifascista, non entra alle ferrovie perché rifiuta la tessera del fascio e continua l’attività edile di mutatore. Partito per la seconda guerra mondiale, dopo i fatti dell’otto settembre viene fatto prigioniero dai tedeschi a Rodi, il 14 settembre 1943, e viene confinato dapprima a Creta, poi internato ad Atene, per poi essere deportato in Germania, nei campi di concentramento di Mappen e poi di Quekenbruck, fino alla liberazione da parte delle truppe inglesi l’11 aprile 1945.

Italo rientra a Pontassieve dopo circa 4 mesi, a piedi, sui carretti, dormendo nei fienili o in alloggi di fortuna. Nel giugno 1946 nasce la figlia Nadia, nome scelto in ricordo ad una donna tedesca che lo aiutò durante i lavori forzati in Germania. Continua l’attività lavorativa come edile fino al pensionamento nel 1966. Nel corso della sua vita dedicò tanto tempo al suo paese, impegnandosi per anni in associazioni di volontariato di Pontassieve.

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