Sinistra per Pelago scrive al sindaco: “Chiarezza su alcune frasi della campagna elettorale”

Google+ Pinterest LinkedIn Tumblr +

I consiglieri comunali di Sinistra per Pelago hanno scritto una lettera indirizzata al nuovo sindaco Nicola Povoleri in cui viene chiesto di fare chiarezza su alcune frasi rimarcate in campagna elettorale dal candidato a sindaco di Siamo Pelago:

Sindaco buongiorno, con questa lettera aperta vorremmo chiederle chiarimento di alcune affermazioni da lei fatte durante la campagna elettorale.
Abbiamo atteso la fine della campagna perché ci eravamo ripromessi di utilizzare il tempo e le occasioni a nostra disposizione per illustrare agli elettori il nostro programma, per confrontarci con loro sulla nostra idea di sviluppo per il nostro territorio.
In quest’ottica siamo stati lontani da qualsiasi tipo di propaganda comparativa con i programmi delle altre forze politiche, poiché riteniamo che questo tipo di attività non solo non aiuti la comprensione delle proposte, ma rischia anche di scadere in una sterile e, talvolta, grottesca polemica.
La questione che vorremmo sottoporle è emersa più volte durante la campagna elettorale, dove lei ha rivendicato il diritto al governo del territorio come appannaggio esclusivo di chi può vantare profonde radici nel comune di Pelago.
Quindi, a nostro avviso, l’affermazione “Noi qui ci siamo cresciuti, vissuti, ci lavoriamo, noi abbiamo solo un motore che ci spinge che non è né una linea dinastica, né nessuna guerra di partito, è l’amore per il nostro territorio e questo è il nostro territorio, NOI SIAMO PELAGO!” rischia di essere molto pericolosa, specialmente in un periodo storico, come quello attuale, in cui la destra spinge sui sovranismi e fa delle radici territoriali un punto di forza per attrarre i consensi, individuando, in chi queste radici non le ha, un pericolo per la tenuta sociale, per la conservazione delle tradizioni culturali e religiose.
Quotidianamente sentiamo dalle forze di destra, partendo dalla Lega fino a CasaPound, passando per Fratelli d’Italia, slogan tipo “prima gli italiani”, o subiamo la narrazione di strategie politiche che salvino l’italianità dall’invasione islamica, dalla contaminazione delle tradizioni e culture portate dai migranti. In parole povere stiamo assistendo ad una fascistizzazione delle coscienze a cui le forze progressiste dovrebbero opporsi con vigore.
Se ci riflette, l’appello votateci perché noi siamo Pelago, non è molto distante dagli slogan della destra; già solo l’utilizzo della distinzione tra noi, pelaghesi, e altri, che non lo sono, porta in sé un messaggio distorto perché nel dibattito politico ci si confronta su idee, progetti e contenuti, magari molto distanti, ma non riteniamo che il poter vantare i natali a Pelago possa rappresentare di per sé un valore in questo tipo di confronto.
Nel momento in cui occorrerebbe ribadire con forza che la contaminazione culturale è sempre una ricchezza, non aver marcato la distanza rispetto a quel tipo di linguaggio, ma anzi, averlo in qualche modo fatto proprio, costituisce un’operazione culturale censurabile: se, infatti, questo messaggio arriva ai cittadini in maniera bipartisan, acquisisce una concretezza ed una credibilità pericolosissima. Quindi, al minimo, definiremmo i suoi slogan infelici.Potremmo archiviarli come una boutade elettorale, ma da un partito di centro sinistra ci aspetteremmo dei contenuti di maggior rilievo; per contro non vorremmo credere che lei e il partito che l’appoggia, consideriate realmente la radice territoriale come un valore. In tutti e due i casi la pregheremmo di chiarire la vostra posizione e, visto che la campagna elettorale è conclusa, possiamo provare ad avviare un confronto serio e costruttivo, mettendo da parte la tensione e i toni, non sempre concilianti, che abbiamo ascoltato nei giorni scorsi. Affrontare nel merito la questione che poniamo è, a nostro avviso, uno spunto per consolidare i temi di accoglienza, apertura e integrazione che da sempre sono alla base della cultura progressista e antifascista. La ringraziamo anticipatamente per il suo contributo.

Share.

Scritto da

Comments are closed.

Facebook