Margheri: “Sviluppo e lavoro al primo posto per Borgo San Lorenzo e per il Mugello”

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Sviluppo e lavoro al primo posto per Borgo San Lorenzo e per il Mugello”. Questo il titolo della nota diffusa da Luca Margheri, candidato a sindaco di Borgo San Lorenzo per Lega, Cambiamo Insieme, Fratelli d’Italia, UDC e Popolo della Famiglia. Il comunicato prende spunto dal Documento Strategico per lo sviluppo del Territorio da parte di Confindustria per il Mugello e la Val di Sieve diffuso negli scorsi giorni.

Di seguito la nota integrale:
La pubblicazione del “Documento Strategico per lo sviluppo del Territorio” da parte di Confindustria per il Mugello e la Val di Sieve, assieme con le preoccupanti analisi recentemente pubblicate da “Il Galletto” sulla crisi del settore delle costruzioni che, secondo il Sindacato, vede in 10 anni dimezzato in Mugello il numero delle imprese e degli occupati nell’edilizia, da lo spunto a Luca Margheri, Candidato Sindaco a Borgo San Lorenzo per Lega, Cambiamo Insieme, Fratelli d’Italia, UDC e Popolo della Famiglia, per rendere nota la sua posizione, a nome delle liste che lo appoggiano, sui temi del lavoro e dello sviluppo.
“Volentieri colgo l’invito” afferma Margheri “contenuto nell’editoriale dell’ultimo numero de “Il Galletto” alle forze politiche che si apprestano a confrontarsi in vista delle elezioni di maggio, di porre il tema del lavoro e dello sviluppo al centro della nostra proposta programmatica. Sul tema, in particolare il documento di Confindustria fornisce indicazioni aggiornate e tempestive che evidenziano i principali punti di criticità dell’area riguardo alle potenzialità di sviluppo economico ed occupazionale e consente di fare alcune valutazioni significative per l’azione amministrativa che potrà svilupparsi nei prossimi cinque anni.
L’indagine di Confindustria rende l’immagine di un’area che non ha seguito una strategia organica di sviluppo. Il carattere rurale del nostro territorio è confermato da una forte presenza di imprese e di occupati in attività primarie con un’ulteriore caratterizzazione di forte frammentazione produttiva e di autoimpiego. Nel documento, i tre settori economici maggioritari sono quelli agricolo, manifatturiero e delle costruzioni. Sottosviluppato risulta essere, invece, il terziario nel suo complesso con una ulteriore carenza riscontrata nei segmenti più qualificati e dinamici quali le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le attività finanziarie, assicurative ed immobiliari, ricerca, sviluppo, formazione ed istruzione”.
“Un quadro d’insieme” continua Margheri “che evidenzia uno sviluppo endogeno, scarsamente ed in modo inefficace programmato e coordinato a livello territoriale, che in prospettiva si scontra con i vincoli propri del territorio, con lo squilibrio demografico, con deficit finanziari e manageriali, con carenze formative e professionali e difficoltà nel reperimento di profili mediamente qualificati.
Ma è soprattutto la mancanza di scelte politiche chiare a supporto del sistema che appare in tutta la sua gravita: infatti le conseguenze più lamentate da chi deve fare impresa nel Mugello sembrano essere una carenza generalizzata nei servizi legati alle infrastrutture ed alla mobilità, una cronica lentezza nell’affrontare e risolvere i problemi, la burocrazia, la tassazione locale poco incentivante: tutti fattori che portano ad una scarsa attrattività della propensione ad investire, e quindi a generare ricchezza, benessere e lavoro. Il documento di Confindustria, a noi sembra, dipinge una situazione caratterizzata da una politica locale stanca e vocata all’immobilismo ed all’attesa di input da parte di altri, la Regione in primis.
“Facile constatare a questo proposito” afferma Margheri, “che i contributi, quando arrivano, vanno spesso a costituire cattedrali nel deserto o incubatori vari che lasciano il tempo che trovano, forse perché non sufficientemente concordati con le imprese. Il sistema Mugello si è mantenuto ed è cresciuto facendo leva sull’intraprendenza ed il coraggio degli imprenditori e dei lavoratori locali che hanno resistito a tutte le difficoltà e gli ostacoli nonostante, e non certo grazie, alla politica locale spesso occupata a coltivare orticelli vari ed interessi personali. In questa situazione non è più possibile continuare ad ipotizzare uno sviluppo che prescinda da scelte politiche coraggiose che non abbiano paura di sconfessare gli approcci dirigisti del passato, ma che vogliano invece ascoltare, finalmente, chi ricchezza e lavoro tutti i giorni produce.
Per noi una efficace azione amministrativa deve favorire la competitività del territorio sostenendo le imprese esistenti e favorendo l’accesso di nuove aziende. Per far ciò è necessaria una programmazione economica ed urbanistica che favorisca gli investimenti produttivi, facilitando la riqualificazione delle strutture esistenti ma anche incentivando la creazione e la sostituzione del capitale fisso, senza rimanere vincolata al principio ideologico del riuso e del risparmio del suolo, così come invece sancito nell’estremamente restrittivo e penalizzante RUC del Comune di Borgo San Lorenzo che riesce ad assestare in modo pregiudiziale il colpo di grazia ad uno dei 3 settori economici principali, quello delle Costruzioni. Tutto questo su un territorio che vede percentuali di suolo consumate (dati ISPRA) del solo 6.4% rispetto al 10,4 del resto della città metropolitana e del 22% dei comuni limitrofi a Firenze: un suicidio assistito.
Il Mugello è un territorio difficile e per questo è necessario sviluppare progetti strutturati che mobilitino le risorse del territorio, ne attirino di nuove (compresi i fondi europei, nazionali e regionali) e consentano una razionalizzazione ed un ammodernamento delle infrastrutture fisiche e tecnologiche di cui l’area è drammaticamente carente. È tramite questi progetti che si possono creare forme di collaborazione con imprese esterne, con università e centri di ricerca, con enti della formazione per favorire la corrispondenza fra domanda ed offerta di lavoro, per incrementare e modernizzare la struttura produttiva e rafforzare il profilo finanziario e manageriale del territorio. La parte pubblica può dare un contributo forte razionalizzando la propria capacità di programmazione e gestione amministrativa.
Un Mugello attraente per le imprese è anche un Mugello attraente per i lavoratori che vi operano. Possiamo dire che la nostra terra sia oggi seducente per eventuale personale specializzato che vi si debba trasferire con la famiglia? Chiaramente no: chi verrebbe volentieri ad abitare in una zona il cui presidio ospedaliero è precario da anni per motivi strutturali e politiche regionali? In cui si propone di fondere un liceo con una scuola materna? In cui i trasporti locali latitano, in cui si è spesso dissipato il tesoretto dei risarcimenti dell’alta velocità al fine di garantire visibilità e consenso agli amministratori locali? In cui i collegamenti con il capoluogo sono progettati secondo criteri discutibili e gestiti in modo aleatorio? Questi sono i nodi di cui si discute da almeno 30 anni e che rimangono ancora oggi assolutamente attuali per responsabilità della politica locale: se non vengono sciolti, come si può pensare che vi sia un afflusso che rivitalizzi il nostro territorio?
Il Mugello ha perso molti appuntamenti con la modernità, e le liste che mi propongono a Sindaco di Borgo convergono nel richiedermi un’azione politica ed amministrativa decisa ed incisiva per recuperare il ritardo. Gli attori in gioco sono molti e diversificati ma questa circostanza non può diventare, come è stato per tutte le amministrazioni passate, una scusa per giustificare le lentezze ma dovrà essere invece di stimolo per un impegno costante e deciso a servizio dei cittadini e delle imprese, senza remore di carriere, posti fissi e senza senso di sudditanza.
È per questo che chiediamo ai cittadini un voto che punisca i partiti e gli amministratori che si sono resi complici di decenni di errori e dia finalmente una chance di successo alla politica della concretezza e del buonsenso”.

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