Processo Forteto, Forza Italia Borgo SL: “Giustizia per tutte le vittime. Servono le scuse delle istituzioni”

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Di seguito la nota diffusa da Forza Italia Borgo San Lorenzo riguardo alla vicenda del processo Forteto. Pochi giorni fa la sentenza della Cassazione, con l’arresto di Rodolfo Fiesoli.

Ecco il comunicato:

Il 23 Dicembre è stato finalmente arrestato Rodolfo Fiesoli. È stato posto così un punto fermo alla vicenda giudiziaria relativa alle violenze che, per decenni, si sono verificate ai danni di decine di minori in affidamento presso la comunità del Forteto. La vicenda come si legge in sentenza, molto probabilmente continuerà, con il rinvio a giudizio di altre persone per aver reso falsa testimonianza.

Rimane l’amaro in bocca per la prescrizione intervenuta per gli altri correi del Fiesoli, tra cui Luigi Goffredi, l’ideologo della comunità, viste le terribili azioni di cui si sono macchiati, come emerge dalle sentenze.

Ora è il momento di iniziare il percorso che assicuri giustizia per tutte le vittime, anche quelle rimaste fuori dal processo per sopraggiunta prescrizione. Servono riconoscimenti e scuse delle istituzioni con riparazione del danno per tutte le vittime; quegli uomini e donne, una volta bambini e bambine gettati a perdere al Forteto.

Poi rimangono molti interrogativi su quanto accaduto per più di trent’anni al Forteto. Come è stato possibile che una setta dedita allo sfruttamento sessuale e lavorativo di minori in stato di difficoltà abbia potuto agire all’insaputa delle istituzioni locali e nazionali che avevano titolo di sorveglianza o che comunque entravano in contatto ripetutamente e a vario titolo col Forteto e con i suoi ospiti?

Accadeva quello che accadeva a loro insaputa o per disinteresse, ignavia, o peggio per omertoso silenzio ?

Tranne pochissime isolate eccezioni, è sempre saltata agli occhi la TOTALE ASSENZA delle istituzioni locali ai vari incontri nei quali le vittime denunciavano la loro tragedia.

Molti nelle istituzioni parlavano di “presunte vittime” come a seminare il dubbio che racconti di tale gravità potessero essere veri. Eppure le vittime erano già vittime a prescindere da questo procedimento, bastava leggere gli atti e le sentenze storiche sul Forteto.

Perché tanta distanza ?
Perché è stato ignorato, sia dagli assistenti sociali, sia dal Tribunale dei Minori, il fatto che si stavano affidando ragazzi già provati da terribili vicende personali, a membri di una comunità capeggiata da un personaggio arrestato già nel 1978 e a cui è stata somministrata una condanna, PASSATA poi IN GIUDICATO nel 1985, per violenze su minori ?

Come è stato possibile (come è scritto nella sentenza di primo grado) che si sia violata l’intera legislazione regionale, nazionale e comunitaria in merito agli affidi?

RIPETUTAMENTE e COSTANTEMENTE violata.

Sotto gli occhi di chi doveva sorvegliare. E sotto gli occhi di chi addirittura disegnava il Forteto come un modello!
E quando, nel 2000, la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo condannò l’Italia per l’affidamento al Forteto di due minori strappati alla madre, perché si continuò ad affidare ragazzi a membri della Comunità?

Come mai si sono dovuti aspettare UNDICI ANNI da quella sentenza prima di vedere di nuovo arrestato il Fiesoli?
Tempo nel quale egli veniva accolto, con tutti gli onori, dagli ambienti della sinistra.

Facendogli presentare i libri con le sue deliranti teorie educative fino in Parlamento, in Provincia a Prato e, addirittura poche settimane prima del suo arresto nel 2011, anche nel Salone dei 500 a Palazzo Vecchio durante il mandato di Sindaco di Matteo Renzi .

Non solo.
In tutto questo tempo, il ” metodo Forteto ” è stato portato ad esempio di percorso educativo.

Paradossale: mentre per i ragazzi affidati alla comunità si faceva di tutto per impedirgli di continuare gli studi e comunque avevano percorsi scolastici con un elevato tasso di insuccessi (se ti obbligano ad alzarti alle 5 per lavorare come uno schiavo, poi ti addormenti in classe, e se devi produrre formaggi, è difficile che tu abbia il tempo e l’energia per studiare), si assegnavano riconoscimenti, compiti (e, ci chiediamo, anche fondi ?) per progetti educativi nelle scuole.

Che coperture politiche sono intervenute, ad assicurare una così lunga impunità, anche mentre una parlamentare europea italiana sollecitava la Commissione Europea a costringere l’Italia ad allontanare tutti i minori ospiti della struttura?

A giudicare dalle passerelle di politici locali, regionali e nazionali (tra cui perfino l’ex magistrato e leader di IDV Antonio Di Pietro), ci sono da farsi ancora più domande.

È questo che salta agli occhi, che colpisce in tutta la sua assurdità: non solo si affidavano minori in difficoltà a membri di una COMUNE capeggiata da due condannati per molestie e abusi su minori, non solo la politica di sinistra nazionale e locale faceva passerella presso una comunità così sospetta, ma addirittura si elevava quel modello di comune (e i metodi “didattici” da essa praticati) ad esempio di formazione e lo si ricopriva di onori.
E di tanti soldi.

Perché?
In quanti, dentro e fuori quella comunità, hanno beneficiato di quei denari, anche se nel rispetto formale della legge, in un modo o nell’altro ?

E perché si continua a non commissariare la cooperativa , lasciando permanere una incredibile convivenza tra vittime e carnefici, accusatori ed accusati? E dove è ormai accertato dai numeri che la prevalenza dei soci in assemblea è costituita da membri della setta? Per questo diventa solo una chimera la tanto propagandata discontinuità che ancora nei fatti e nelle azioni non esiste.

Infine: quante delle vittime sono ancora dentro la comunità?
Cosa è stato fatto per assicurare loro una condizione di vita accettabile e per metterli al riparo da ritorsioni?
Ci sono ancora minori, nella comunità?
Ci domandiamo cosa c’è, al Forteto, che impedisce di incidere il bubbone purulento FINO IN FONDO, per farne uscire tutto il marciume.

Sono le domande a cui si dovrà rispondere nei prossimi tempi.
Perché la faccenda non finisce certo con l’arresto di Fiesoli, che è , anzi, solo l’inizio del percorso di accertamento della verità di cui le vittime HANNO DIRITTO e che la nostra comunità aspetta.
Evitando nuovi ritardi e pericoli di insabbiamento.

Possiamo certamente ringraziare le due commissioni di inchiesta presiedute e partecipate dal nostro Capogruppo in regione Stefano Mugnai e da Paolo Bambagioni, se i tentativi di far passare sotto silenzio tutta la vicenda sono stati vani, e ci sarà da riprendere il percorso di istituzione di una commissione di inchiesta Parlamentare, a suo tempo lasciata deperire nelle secche di Montecitorio, per fare piena luce su tutta la vicenda.
Ci sono tantissime domande, e ne abbiamo riportate solo una parte, che attendono ancora risposte.

E queste risposte, si badi bene, saranno sempre solamente un PARZIALE ed insufficiente risarcimento per chi, in quella comune , ha patito un vero e proprio inferno.

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