Rufina, eccidio di Berceto: domenica scorsa le commemorazioni alla presenza dell’assessora regionale Nardini

Google+ Pinterest LinkedIn Tumblr +

Domenica scorsa l’assessora alla cultura della Memoria Alessandra Nardini è intervenuta alle commemorazioni del 79° anniversario dell’eccidio nazifascista di Berceto, frazione di Rufina, in cui il 17 aprile del 1944 furono barbaramente uccise 11 persone, tra cui 5 donne e 2 bambine.

La cerimonia, organizzata dal Comune di Rufina in collaborazione con la sezione locale dell’Anpi e il circolo Arci di Pomino, ha preso il via alle 10 con il corteo commemorativo che si è concluso sul luogo della strage, la casa dei Vangelisti, famiglia che pagò il prezzo più alto della furia dei militi nazista della “Göring” e dei militi repubblichini.

Dopo la deposizione delle corone, oltre all’intervento dell’assessora, il programma ha visto gli interventi del sindaco di Rufina Vito Maida, di un rappresentante dell’Anpi e di Barbara Vangelisti, nipote di Lazzaro, capofamiglia che dovette assistere impotente alle sevizie e all’assassinio della moglie e delle sue quattro figlie.

L’eccidio di Berceto 
A partire dai primi di aprile del 1944, gli uomini della divisione “Hermann Göring” sono impegnati sui rilievi dei monti Morello, Falterona, Giovi e nell’area del Casentino in una grande operazione di rastrellamento antipartigiano che lascia dietro di sé un significativo numero di eccidi. Il 17 aprile, i soldati della Göring giungono nel comune di Rufina, nel Mugello fiorentino. Quella mattina, in località Berceto nei pressi di Pomino, alcuni partigiani del gruppo comandato da Pietrino Corsinovi appartenente alla “Lanciotto Ballerini” hanno trovato ospitalità in una capanna attigua all’abitazione della famiglia Vangelisti, nonostante il capofamiglia, Lazzaro Vangelisti, cerchi di convincerli a ripartire il più presto, dato che in zona è in corso il rastrellamento tedesco. In effetti, poco dopo piombano sulla capanna gli uomini della “Göring”, tra i quali vi sono anche militi italiani della RSI. Cinque partigiani vengono catturati, due dei quali, Guglielmo Tesi e Mauro Chiti vengono fucilati all’istante. Fatto ciò, la furia dei soldati si abbatte sulla famiglia Vangelisti, ritenuta fiancheggiatrice dei partigiani: la moglie di Lazzaro, Giulia, assieme alle quattro figlie (una delle quali di appena due anni) vengono barbaramente seviziate e uccise, mentre la loro abitazione è saccheggiata e data alle fiamme. Lazzaro, assiste impotente alla scena non lontano da casa. Lo stesso copione i soldati della “Göring” adottano nei confronti delle famiglie Ebicci e Soldeti, vicini dei Vangelisti: vengono uccisi i coniugi Alessandro e Isola Ebicci e Fabio e Iolanda Soldeti, rispettivamente nonno e nipote, e le loro case date alle fiamme.

Share.

Scritto da

Comments are closed.

Facebook