Se davvero il vice premier Salvini terrà fede a quanto ha detto dopo il successo elettorale: “non chiederò nemmeno mezzo ministro o mezzo sottosegretario in più, questa compagine di governo per me va avanti fino alla scadenza naturale” avremo davvero quella tregua di cui abbiamo parlato la scorsa settimana. Liberi da questo “impegno” analizziamo per una volta il comportamento che teniamo noi dell’informazione, mi riferisco a come trattiamo notizie di condanne in primo grado e come le riprendiamo quando nei gradi successivi il verdetto viene completamente ribaltato. L’occasione per parlare di queste cose me la fornisce la storia di Daniela Poggiali, l’infermiera di Lugo di Romagna, assolta per la seconda volta in appello, dopo che la Cassazione aveva riscontrato anomalie nella sentenza che contraddiceva il primo grado. Dopo i titoloni a seguito della condanna, in presenza ora di un verdetto opposto la notizia ha trovato spazio solo nelle pagine interne (molto interne) e con spazi decisamente diversi da quelli iniziali.
Manchiamo di equilibrio nel proporre la cronaca?
Abbiamo bisogno solo di notizie eclatanti?
Riascolta le opinioni di Eugenio Giani, Giuseppe Matulli, Paolo Bartolozzi, Fabio Rubino e Massimo Biagioni.