La scorsa settimana ci siamo occupati della festa del 25 aprile, ma dopo pochi giorni il calendario ci propone ancora una data, quella del 1° Maggio come Festa dei Lavoratori.
Il 1° maggio va commemorato per non dimenticare tutte quelle persone che hanno lottato per ottenere condizioni di lavoro e di vita umane per tutti, e per difendere il proprio diritto al lavoro.
In un periodo come quello che stiamo vivendo, dove il lavoro è sempre più difficile da reperire, specialmente per le nuove generazioni, la parola festa non riusciamo a comprendere come possa essere associata al mondo del lavoro.
Forse quello che sarebbe più giusto celebrare e festeggiare è il mantenimento di quei DIRITTI che nel tempo i lavoratori hanno perseguito e ottenuto a fronte di battaglie sindacali che forse oggi stiamo un po’ dimenticando.
Carenza di lavoro a parte, stiamo perdendo anche il senso di questa festa?
Quante responsabilità possono essere attribuite a quelle generazioni che certi DIRITTI hanno ereditato e che rischiano di vedersi sottrarre?
Abbiamo rivolto queste domande ai nostri opinionisti:
Fabio Rubino, Paolo Bartolozzi, Eugenio Giani, Giuseppe Matulli e Massimo Biagioni che hanno risposto così.