Borgo, Atria e Ticci (Lega): “Le riunioni di Consiglio e commissioni sicure solo con esito negativo da tampone”

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“Green pass sì, ma da tampone rapido svolto prima dei lavori. Questo è l’unico modo ‘sicuro’ di riunirsi al chiuso”. Così i consiglieri comunali della Lega Francesco Atria e Claudio Ticci dopo l’approvazione in Consiglio a Borgo San Lorenzo del documento che chiedeva di ripartire con l’attività politica in presenza per quanto riguarda i Consigli comunali e le commissioni attraverso l’esibizione del Green Pass. La Lega aveva votato in modo contrario al documento ed ha motivato così la sua scelta.
Di seguito la nota della Lega:

“Partiamo da un assunto: per l’accesso al Pronto Soccorso è previsto l’obbligo di tampone antigenico negativo anche se muniti di Green Pass. Inoltre avevamo presentato un atto con un chiaro quadro normativo-giuridico e scientifico (vedi Mozione allegata) supportato da fonti certe chiedendo una pregiudiziale per l’atto della maggioranza.
Lo strumento vaccino, che conferisce una protezione che va dal 60% di AstraZeneca a circa il 90% nel caso dei farmaci sviluppati da Pfizer-Biontech e da ModeRNA, ha l’indubbio vantaggio di prevenire la morte (nella maggior parte dei casi), la sintomatologia grave, e l’ospedalizzazione, ma purtroppo anche il limite di non eliminare il contagio perché, ad oggi, non è in grado di bloccare la circolazione del virus. Ce lo dice la comunità scientifica.
Se l’obiettivo comune è quello della tutela e sicurezza di tutti i cittadini, i componenti del consiglio e delle commissioni consiliari oltre coloro che vi assistono, partecipano e lavorano all’interno, al fine di ridurre il rischio di contagio (il rischio zero non esiste), lo strumento preventivo che raggiunge questo scopo è il tampone antigenico rapido svolto sul posto, il quale attesta l’effettiva negatività al Sars-Cov2.
Analizziamo adesso quanto affermato dal PD: “Il Green Pass è uno strumento che consente la partecipazione in presenza rendendo le riunioni sicure”. Affermazione fuorviante e scientificamente errata.
La comunità scientifica afferma che NON si rende sicuro un luogo al chiuso con il Green Pass, che ai sensi del D.lgs 81/2008 NON è uno strumento di prevenzione dal rischio contagio, ma bensì attraverso l’uso di tamponi antigenici rapidi sul luogo come fanno in tanti altri paesi europei. Ecco quindi che il tampone è lo strumento di prevenzione che serve per ridurre il rischio contagio. Se lo scopo comune di tutti noi quindi è quello di rendere sicuro l’accesso ai luoghi al chiuso a tutti allora la (quasi) certezza di stare tra persone negative è il tampone antigenico rapido svolto sul posto a tutti, indipendentemente dal green pass in possesso.
Analizziamo un’altra affermazione: “La politica, a tutti i livelli, debba dare il buon esempio”. Siamo d’accordo, ma il buon esempio lo si fornisce con le azioni oltre che con l’onestà intellettuale, la veridicità delle informazioni, la trasparenza e soprattutto con la correttezza delle affermazioni supportando il tutto con dati, fonti, analisi. Abbiamo il dovere di riportare i fatti per quello che sono, non per comodo o interesse politico. Questo per noi è il buon esempio. Chi guida o rappresenta la comunità dovrebbe comportarsi ancor meglio degli altri, altrimenti perde ogni autorevolezza. E per questo purtroppo basta guardare qualche scatto o spezzone video durante gli ultimi “tagli del nastro” insieme ad esponenti della Regione. Ma non era “distanza e mascherina” in caso di assembramento? Da quelle parti si predica bene e poi si razzola male.
Ribadiamo il concetto. Nessuno è contrario ai vaccini e al green pass, ma bensì alla “strumentalizzazione politica” e alla posizioni antiscientifiche a comodo, assunte dalla maggioranza. Il Green Pass, ai sensi del T.U. D.Lgs 81/2008, non è uno strumento di prevenzione e riduzione del contagio come invece lo è il tampone antigenico rapido, ma piuttosto uno “strumento politico” come confermato dalle affermazioni della maggioranza in consiglio.
Ora capiamo meglio il volantino “VOTA LA SCIENZA, VOTA IL PD” concepito come una specie di ricatto morale; o stai col loro, o stai contro la scienza. Questo modo piccino e volatile di concepire la scienza a fasi alterne è sintomo della costante polarizzazione dell’opinione pubblica. La scienza è ormai per qualcuno uno dei totem intorno al quale costruire l’identità e le libertà. Prova ne sia il fatto che la scienza, diventa BUONA quando soddisfa le proprie esigenze ideologiche e politiche e CATTIVA quando vi si oppone o viene citata dell’avversario politico.
Noi riteniamo che (tutta) la scienza andrebbe prima ascoltata e poi trattata con dignità poiché dovrebbe informare la politica ed essere uno strumento utile per comprendere e non ridurre tutto a slogan da campagna elettorale o, peggio, a facciata per un partitello. C’è forse in consiglio un populismo dilagante che attacca o distorce la scienza a scopi ideologici o forse peggio che la usa solo quando fa comodo e se ne serve per portare avanti i propri fini altrettanto ideologici. Ci spiace ne siano stati “infettati” pure i consiglieri Giovannini, Romagnoli e Verdi su cui nutriamo profonda stima. Ci sta la leggerezza, tocca a tutti prima o poi. Un consiglio infine a non mentire a chi ascolta e legge né deludere chi si è fidato perché le parole conquistano temporaneamente però sono solo i fatti e le azioni che ti fanno vincere o perdere sempre”.

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