Chi era davvero Penco? Un personaggio del folclore popolare valdarnese o la raffigurazione del potere di un esercito di occupazione?
Penco è da sempre il nomignolo dato dalla popolazione del Valdarno ad una statua in terracotta raffigurante un soldato napoleonico seduto con in mano una spada, nell’altra una borsa e la scritta sottostante “Paga e difende”; per quasi un secolo e mezzo è rimasta sul tetto della Fattoria di Leccio, un tempo proprietà della potente famiglia Ximenes d’Aragona e che ospitava l’amministrazione della tenuta di Sammezzano.
Ferdinando (avo del Marchese che quasi un secolo dopo avrebbe costruito l’omonimo Castello) nel 1789 si era imparentato con la famiglia francese dei Lastayrie du Saillant, simpatizzanti dei moti rivoluzionari. Il primo luglio 1796 a Firenze in Palazzo Ximenes in Borgo Pinti – che nel frattempo era divenuto sede dell’Ambasciata francese – alloggiò un giovane capitano dell’artiglieria francese che era venuto a Firenze per incontrare il Granduca Ferdinando III di Asburgo Lorena e chiedergli la neutralità della Toscana, durante gli scontri tra la Francia rivoluzionaria e l’impero. Quel capitano allora solo ventisettenne, era Napoleone Bonaparte.
Penco rimase sul tetto della fattoria la Loggia a Leccio fino al 10 giugno 1940 data in cui l’Italia dichiarò guerra alla Francia, cosa che ne causò la distruzione ad opera di un manipolo di fascisti di Leccio. Della statua restano rare foto ed un ricordo affettuoso nella popolazione, soprattutto in quella più anziana; probabilmente perchè in qualche modo ha rappresentato anche un simbolo di resistenza popolare all’invasione straniera. Ne è nata una sagra, la Sagra di Penco, che si celebra ogni anno a metà ottobre ed arrivata quest’anno alla 51ma edizione. Lo scorso anno è stata anche inaugurata la statua di Penco realizzata con una tecnologia innovativa di stampa 3D messa a punto dal team del Dip.to di Ingegneria Civile e Ambientale di UNIFI (la stessa utilizzata per il David all’expo di Dubai) che è stata collocata nel giardino pubblico antistante la Fattoria di Leccio.
Quest’anno il Comune di Reggello, su iniziativa del Comitato Sammezzano FPXA, ha promosso una serie di studi per far luce su questa singolare figura, che potrebbe sovrapporsi con quella dell’imperatore francese Napoleone. Un periodo, quello dell’occupazione francese della Toscana, cui seguirono sanguinose insurrezioni popolari , note come “Viva Maria”. Queste ricerche sono state raccolte in una pubblicazione dal titolo “Penco, paga e difende – Storia di una statua e di un territorio: Firenze e il Valdarno tra ‘700 e ‘800” edita sotto il patrocinio del Consiglio regionale della Toscana in cui figurano diversi contributi; tra gli altri il prof. Fabio Bertini, storico, associato di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” UniFI; la prof.ssa Grazia Tucci, ordinario di geomatica al Dip.to di Ingegneria civile e ambientale UniFI; Lorenzo Becattini, reggellese, presidente di Firenze Fiera; Domenico Lentini, responsabile sez. toscana del Souvenir Napoleonien e Massimo Sottani presidente del Comitato Sammezzano.
Piero Giunti, Sindaco di Reggello, dichiara: «La figura di Penco fa parte della memoria collettiva del nostro territorio: un personaggio che, tra storia e leggenda, continua a suscitare curiosità e orgoglio identitario. Il lavoro di ricerca e approfondimento promosso dal Comitato Sammezzano FPXA, con il sostegno del Comune di Reggello, rappresenta un contributo importante per valorizzare non solo questa singolare vicenda, ma anche il contesto storico e culturale in cui è nata. La Sagra di Penco è da oltre cinquant’anni un appuntamento atteso dalla comunità di Leccio e da tutto il Valdarno: un’occasione per riscoprire le nostre radici, ma anche per condividere momenti di festa, tradizione e convivialità. Invito tutti a partecipare, dal 17 al 19 ottobre, per vivere insieme questa bella storia che appartiene a Reggello e alla sua gente.»



