Stop al Superbonus 110 da parte del Governo, insorgono istituzioni, sindacati e associazioni locali

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Un danno enorme per tante imprese e famiglie e la richiesta, diretta a Roma, di rivedere la situazione ed adottare strumenti per consentire a Regioni ed Enti locali di acquistare i crediti fiscali. L’assessore alle attività produttive Marras commenta così la scelta fatta dal governo attraverso l’approvazione del decreto che impone lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura relativo al superbonus. Decreto che stabilisce anche il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare i crediti derivanti dai bonus edilizi. Per i nuovi interventi edilizi (ad eccezione di quelli già avviati) resta solo la strada della detrazione d’imposta.

“Con questa decisione – spiega Marras – il governo rischia di mettere sul lastrico piccole imprese e famiglie italiane. Insieme ad altre Regioni, proprio in questi giorni, avevamo chiesto linee guida che consentissero, con adeguate garanzie, di sbloccare la situazione ed aiutare imprese e privati che si trovano in una situazione oggettivamente difficile e dalle possibili pesanti ripercussioni, economiche e sociali. Oggi invece tutto è bloccato”. Quindi gli appelli al “Parlamento affinché riapra la partita della cessione dei crediti fiscali anche concedendo strumenti e garanzie a Regioni ed enti locali per poterli acquistare”, ed ai consiglieri regionali del centrodestra che, “invece di ritirare in tutta fretta mozioni ed interrogazioni che ci chiedevano di attivarsi per l’acquisto dei crediti, cosa che stavamo appunto facendo, ci aiutino ora a far cambiare idea al governo”.

Presa di posizione anche da parte dei sindacati; questo il comunicato di Fillea Cgil Firenze:

Come è possibile fare operazioni come il blocco del bonus 110% e apportare peggioramenti al codice degli appalti? Queste due operazioni, condotte senza un confronto democratico, produrranno gravissimi danni alle imprese, ai lavoratori, ai cittadini e all’ambiente.

Ha dell’incredibile questa storia. Ci chiediamo come si faccia non capire che il combinato disposto di queste due modifiche peggiorative creerà chiusure di aziende, perdita di 100.000 posti di lavoro nelle costruzioni (circa 1.500 sul territorio fiorentino) e blocco dell’efficentamento energetico delle città, quindi un gravissimo stop alla transizione ecologica.

Essendo noi operaisti la leggiamo cosi: verrai licenziato dalle imprese impegnate nel 110% e potrai lavorare negli appalti pubblici con condizioni economiche e di sicurezza peggiorative. Che dire? Vergogna, vergogna, vergogna.

Siamo pronti allo sciopero generale del settore per contrastare questa operazione del Governo.

Si esprime anche Confartigianato Firenze:

“Dopo lo stop alla proroga per le unifamiliari che non avrebbe creato nuovi crediti ma avrebbe permesso di finire i lavori già avviati in tranquillità, arriva lo stop totale alla cessione dei crediti e anche lo stop all’acquisto da parte della pubblica amministrazione: questo vuol dire cancellare le aziende dell’edilizia per decreto”. È la posizione di Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Firenze, l’associazione di categoria che conta circa 1500 associati del sistema casa. “Prendiamo atto – incalza Ferretti – che, invece di risolvere o al più mettere una pezza, si è scelto di aggravare un problema conclamato e già grave. Prendiamo atto che, tra mille cambi in corsa e circolari più o meno bizzarre, si è scelto di cancellare un incentivo, tra i tanti, veramente utile. Prendiamo atto che non si è scelto di sostenere l’efficientamento energetico e il contrasto al rischio sismico, non proprio problemi minori. Il governo deve prendere atto che questa decisione, per quanto giustificata, avrà profonde ripercussioni economiche, sul piano dell’occupazione nonché ripercussioni sul bilancio, quindi anche su quel settore che si è scelto di tutelare in via privilegiata”.

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