Anche quest’anno che abbiamo in carica un Governo di Unità Nazionale, siamo riusciti ad arrivare alla scadenza per l’approvazione della Legge più importante, con il fiato corto.
Infatti neppure una maggioranza, che più ampia non si può, è riuscita a garantire quello che dovrebbe essere l’iter più appropriato, più consono, ma anche e soprattutto più rispondente al dettato costituzionale per l’approvazione della Legge di Stabilità
Il condizionale in questo caso è d’obbligo, perché nel frattempo tutto potrebbe ancora succedere, anche se le premesse a mio avviso lasciano poco margine di movimento.
Nella peggiore delle ipotesi si potrebbe licenziare una Legge di Stabilità, senza la doppia lettura dei due rami del Parlamento, perché si imporrebbe, una volta approvate le modifiche, di tornare in quell’aula dove i “cambiamenti” non sarebbero stati ne discussi ne tanto meno votati.
Perché per l’ennesima volta, ma in questo caso con condizioni sicuramente più favorevoli, si può arrivare a licenziare, dopo una sola lettura, considerati anche tutti gli emendamenti, una Legge con il fiato corto?
Non sarà per caso che oramai ci siamo abituati ad un iter ridotto, che magari nel tempo ha permesso ad alcune forze politiche, di inserire anche clausole che dopo, a bocce ferme, sono risultate inappropriate, se non quasi anticostituzionali?
Stefano Galli si rivolge ai nostri opinionisti: Massimo Biagioni, Giuseppe Matulli, Alessandro Scipioni, Michele Ventura, Massimo Mattei.
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