Irpet: in Toscana nel 2020 PIL a -11% e 100mila posti di lavoro a rischio

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Previsioni fosche per il Prodotto Interno Lordo della Toscana nel 2020 a causa del Coronavirus. La diminuzione prevista è dell’11%, maggiore della flessione nazionale, per effetto della crisi di esportazioni e turismo, due settori chiave per l’economia regionale. A dirlo è l’Irpet che ieri ha presentato il rapporto ‘La situazione economica, il lavoro e le disuguaglianze in Toscana ai tempi del Covid’.
Solamente il prossimo anno si registrerà un rimbalzo positivo del PIL pari al 4,9%. Con questi numeri è come se la Toscana tornasse indietro di 25 anni, ai livelli di reddito del 1995. Sono 100mila i posti di lavoro a rischio nella nostra regione. Per il governatore Enrico Rossi “la Toscana è una regione ancora forte, ma serve innalzare la quota degli investimenti da 2 a 5 miliardi di euro all’anno”.
Per Dalida Angelini, segretaria generale di Cgil Toscana, “c’è forte preoccupazione per il mondo del lavoro e per l’occupazione, l’autunno minaccia di presentare una situazione drammatica. Per questo non c’è tempo da perdere. Oggi ci sono condizioni irripetibili, l’Europa allenta i vincoli e promette investimenti: serve capacità di pianificare in base a precise priorità. E in Toscana, rispetto ad altre regioni, siamo un passo avanti: circa un anno fa Regioni, sindacati e categorie hanno firmato un Patto per lo sviluppo, poi anche aggiornato, che delinea i progetti strategici, dalle infrastrutture al sociale fino agli investimenti. Bisogna partire da qui, subito, senza aspettare le imminenti elezioni regionali, per fare un passo in avanti. Occorre una visione di lungo periodo, che affronti i nodi strutturali del sistema, fatti denotare dal Covid, e che le classi dirigenti, tutte, dimostrino innanzitutto senso di responsabilità. E’ superato il modello di distribuire risorse a pioggia alle imprese, c’è bisogno di un nuovo modello di economia ma anche di società, un nuovo modello di sviluppo sostenibile sempre basato sul valore sociale del lavoro, ora in sofferenza. Alcune strade da seguire? Innanzitutto la pandemia ci ha spiegato una volta di più l’importanza dei servizi pubblici, a partire dalla sanità: è lì che si deve investire. Occorre poi impegnarsi per colmare i divari e le diseguaglianze: nord e sud Italia, Toscana della costa e Toscana centrale, occupazione dei giovani e femminile. Infine: c’è un grande divario tra il dibattito pubblico e la condizione concreta delle persone, va difeso e implementato anche il nostro welfare che resta la più importante infrastruttura sociale”.

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