Officina Vicchio 19: “Dove sono finiti i bambini nelle ordinanze? Meritano più attenzione”

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“Dove sono finiti i bambini nelle ordinanze di riapertura?”. Inizia così la nota del gruppo consiliare Officina Vicchio 19 relativamente ad uno dei temi più discussi in queste settimane. Non troppo evidentemente, per OV19, da parte del Legislatore.
“Se ne trovano poche tracce nelle pieghe dei decreti ministeriali e nelle proposte politiche che si susseguono, siamo tutti intenti e preoccupati, non senza diritto, a raddrizzare la situazione economica locale e nazionale, ma in questo folle treno in corsa sembra non ci sia spazio per chi rappresenta il nostro futuro.
Da subito sacrificati sull’altare del possibile contagio, li abbiamo rinchiusi in casa lontano dai loro nuovi affetti e gruppi di relazioni umane, spaventandoci per la loro incolumità e per l’adombrato ruolo di possibili vettori.
Tutte osservazioni non peregrine, ma che creano di fatto uno spostamento di un problema in uno più grande, ovvero la necessità fisiologica di socialità e spazi solo loro.
Per il discorso scolastico siamo ormai arresi all’evidenza che l’anno accademico sia concluso, ma guardiamo già con timore alla ventilata riapertura autunnale. In mezzo a questi mesi che ci separano dalla prima campanella di settembre rimangono comunque più di tre mesi di vita che non possiamo far loro sacrificare ulteriormente, il rischio è troppo alto e anche davvero ingiustificato.
Meritano tanta, molta più attenzione di quanto è stata riservata loro in questo periodo, le aree giochi sono tra le poche strutture che non sono riaperte e ancora non hanno una data certa di riabilitazione, nel frattempo la vita dei genitori che finora avevano sopperito all’apparato scolastico e ricreativo sta ripartendo quasi a livello di normalità e i nostri figli si trovano in un limbo, dimenticati dal legislatore, posti in fondo alla scala di priorità dalle amministrazioni e impossibilitati a far sentire la loro voce, non avendo rappresentanti “di peso”.
Se una Confindustria dell’infanzia non esiste per ricordare quotidianamente i diritti e le necessità di questa grande fetta di cittadini e parte fondamentale di questa nazione, spetta alla società civile di concerto con le amministrazioni trovare al più presto possibile soluzioni sicure sotto il profilo sanitario ma a misura di bambino per rendere la libertà e la spensieratezza che è stata loro giocoforza tolta.
Lo dobbiamo a tutti noi ma in primis a quegli occhi sinceri e innocenti che ci guardano speranzosi e in attesa di poter tornare a frequentare quegli spazi vitali per la loro crescita personale e culturale”.

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