Parco eolico, Forza Italia: “Servono assicurazioni sul ripristino. Sono possibili fondazioni in acciaio rimovibili o micropali?”

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“Dell’eolico si vedono le pale, ma non si vede normalmente il resto. E’ proprio dal resto, da quello che non si vede, che invece abbiamo deciso di partire per la nostra analisi di approfondimento” lo dicono Paolo Giovannini, Coordinatore Provinciale di Forza Italia Firenze e Paolo Gandola, Consigliere Metropolitano di Forza Italia, in merito al progetto di parco eolico tra i gioghi di Villore e Corella in Mugello.
L’installazione delle pale su plinti di cemento da mille metri cubi l’uno comporta uno sbancamento e una cementificazione della montagna importante, sostengono gli esponenti azzurri.
I vicecoordinatori provinciali Raffaella Ridolfi e Giampaolo Giannelli pongono dubbi poi sul tema della ventosità: il periodo del rilevamento risale a sei anni fa e questo sarebbe un limite visti i cambiamenti climatici.
Rodolfo Ridolfi, Capogruppo del gruppo Centro Destra Mugello Alto Mugello nell’Unione dei Comuni chiosa: “Ci piacerebbe prima di esprimerci compiutamente su un progetto di potenziamento energetico rinnovabile, capire se vi sia spazio per alcune modifiche essenziali e meno impattanti. In particolare la possibilità di sostituire quella enorme quantità di cemento con fondazioni in acciaio rimovibili o micropali“.

Di seguito la nota integrale:

Ci siamo presi tutto il nostro tempo per valutare il progetto di impianto eolico proposto, ci abbiamo voluto guardare dentro, avvalendoci di esperti del settore, senza farci condizionare dal fascino delle energie rinnovabili che riscontrano da sempre tutto il nostro favore o dall’impatto visivo delle pale eoliche.

Iniziano così Paolo Giovannini, Coordinatore Provinciale di Forza Italia Firenze e Paolo Gandola Consigliere Metropolitano di Forza Italia, in merito al progetto di impianto eolico Monte Giogo Villore.

Dell’eolico si vedono le pale ma non si vede normalmente il resto. E’ proprio dal resto, da quello che non si vede, che invece abbiamo deciso di partire per la nostra analisi di approfondimento.

L’installazione delle pale su plinti di cemento da mille metri cubi l’uno comporta uno sbancamento e una cementificazione della montagna veramente importante.

Le “piste” che per loro natura, visto i bilici di materiali che dovrebbero portare, sono e non potrebbero altrimenti essere che delle vere e proprie strade. Questi sono due fattori già di per sé molto impattanti al di là delle pale eoliche che per loro natura una volta smontate sono completamente riutilizzabili, non altrimenti si può dire della cementificazione della montagna”.

Continuano i due Vicecoordinatori provinciali Raffaella Ridolfi e Giampaolo Giannelli: Vi sono poi le questioni che riguardano la ventosità e la loro misurazione. I venti risultano buoni, sono puntuali e non di crinale e questo ne riduce le possibilità. La ventosità rilevata nell’arco di un anno, come richiesto dalla normativa, riporta dati interessanti ma ribaltata sulla produzione questa risulta non particolarmente importante. E’ da considerare che il periodo del rilevamento risale a sei anni fa ed anche questo dato seppur in linea con la normativa ne mostra i limiti essendo la zona in questione soggetta al cambiamento climatico, che ha modificato in tempi piuttosto brevi anche le caratteristiche dei venti che prima avevano una maggior costanza.

Abbiamo rilevato anche difficoltà legate all’assetto idrogeologico del territorio e ai vincoli ai quali è sottoposto che ormai appaiono non adeguati alle reali fragilità di quel territorio molto impoverito”.

Alcuni dati sono marginalmente delineati come in quasi tutti i progetti. – Afferma Davide Galetti Responsabile del Dipartimento Ambiente del Coordinamento provinciale di Forza Italia Firenze. – Dati che invece per i territori coinvolti hanno una grande rilevanza e riguardano il ripristino dopo 25 anni di utilizzo. Un tempo estremamente lungo nel ciclo di vita di una impresa ma non così lungo per la vita del territorio. Al di là del progetto e degli impegni delineati in questo, sarebbe opportuna una stipula negoziale e puntuale degli impegni presi per la fine vita dell’impianto per garantire un’effettiva assicurazione del ripristino dei territori, stante che il cemento purtroppo rimarrà nella montagna. –

Conclude Rodolfo Ridolfi Capogruppo del gruppo Centro Destra Mugello Alto Mugello nell’Unione dei Comuni: – ci piacerebbe quindi prima di esprimerci compiutamente su un progetto di potenziamento energetico rinnovabile, capire se vi sia spazio per alcune modifiche essenziali e meno impattanti. In particolare la possibilità di sostituire quella enorme quantità di cemento con fondazioni in acciaio rimovibili o micropali.

Chiediamo poi assicurazioni puntuali e negozialmente assunte per il ripristino del territorio a fine vita dell’impianto. Sarebbe inoltre opportuno utilizzare metodi di trasporto del materiale differenti e che sappiamo già utilizzati in altri Stati per ridurre la creazione di strade cosiddette “piste” che creano un altro alto impatto assai importante.

Sappiamo che tra i benefici che i Comuni interessati potrebbero ricevere vi sono alcune piccole opere che con i budget a disposizione non riuscirebbero a realizzare ma queste non possono essere il solo metro di valutazione di questo impianto.

 

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