Marini: “A fronte di contagi e morti per qualcuno il problema è la passeggiatina o la spesa”

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In queste ore molti cittadini hanno chiesto chiarimenti riguardo ad uno dei passaggi chiave dell’ordinanza ministeriale e poi dell’ultimo Decreto: “È fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati dal comune in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute“, si legge.
Ci sono casi in cui un cittadino può spostarsi per fare la spesa o per un bene di prima necessità da un Comune all’altro? Ad ora non c’è un quadro chiaro. Verrebbe da dire: se nel Comune in cui ci si trova c’è già offerta inutile spostarsi. Se acquistare un bene necessario nel Comune in cui ci si trova comporta più spostamento rispetto che varcare il confine comunale allora forse è un valido motivo per giustificare lo spostamento. Chiarezza comunque sarà fatta anche con la Prefettura riguardo alle norme e stamani si è tenuta una videoconferenza coi sindaci.
Anche il primo cittadino di Firenze e della Metrocittà Dario Nardella chiede flessibilità per chi fa la spesa da un Comune all’altro, almeno per quei Comuni dove non ci sono grandi supermercati.
Più diretto ancora è il sindaco di Pontassieve Monica Marini che lancia un appello ai suoi cittadini:
“Mentre arrivano le notizie dei contagi in aumento, delle morti, dei medici stremati e schiacciati dalla solitudine e dall’impotenza, è doloroso vedere che, ad esempio, per tanti il grande problema che attanaglia e indispone sia quello del non sapere fin dove si può spingersi nella passeggiatina col cane, nell’attività sotto casa o nel dove andare a fare la spesa alla ricerca dei prodotti freschi” scrive Marini.
Di seguito l’intervento completo su Facebook:

Vi scrivo questo post con il cuore in mano, perché capiate la difficoltà in cui noi amministratori ci troviamo in questo periodo in cui dobbiamo riportare sul territorio che conosciamo, in cui viviamo e a cui ci dedichiamo, le decisioni drastiche, dure e oltremodo necessarie che vengono decise da chi i nostri territori purtroppo non li può conoscere e governa il Paese in un momento che ha pochi, drammatici, eguali.
Io capisco lo smarrimento di ciascuno di voi di fronte alla situazione, di fronte a norme che si faticano a capire e che, nel nostro piccolo, cerchiamo di adattare alla nostra particolare condizione. Lo capisco perché non è troppo diverso da quello che viviamo noi Sindaci. Ma, ve lo chiedo davvero con il cuore, non possiamo, ogni volta, riportare tutto al nostro pezzettino: ci sono norme generali che ognuno di noi deve rispettare, senza voler assolutamente e continuamente cercare il pelo nell’uovo, il pretesto per la polemica o il commento rissoso. Io cerco di rispondere, ma siete tanti e scrivete continuamente, anche per lamentarvi per qualcosa che a volte non esiste, perché spesso basterebbe leggere un documento o un articolo per intero invece del titolo. Vi chiedo di non pubblicare commenti e notizie che possano ingenerare confusione, perché è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno. Vi chiedo di non innescare discussioni infinite su questioni di lana caprina, di rispettare il nostro lavoro e di avere fiducia nelle Istituzioni locali, perché ce la stiamo mettendo tutta e abbiamo bisogno del buonsenso di tutti per superare questa emergenza. Vi chiedo di pensare – prima di scrivere e di attaccare tutto quello che stiamo facendo o non stiamo facendo secondo voi – ai medici e ai sanitari che stanno dando tutto e ve lo chiedo con la foto di La Repubblica Firenze che ieri ha fatto il giro del Paese e che ognuno di noi dovrebbe aver sempre presente in questi giorni. Dobbiamo #stareacasa, non c’è molto altro da dire. E se dobbiamo starci sempre, tranne che per le urgenze, lasciatevelo dire, mentre arrivano le notizie dei contagi in aumento, delle morti, dei medici stremati e schiacciati dalla solitudine e dall’impotenza, è doloroso vedere che, ad esempio, per tanti il grande problema che attanaglia e indispone sia quello del non sapere fin dove si può spingersi nella passeggiatina col cane, nell’attività sotto casa o nel dove andare a fare la spesa alla ricerca dei prodotti freschi. Vi faccio presente che responsabilità e rispetto della legge e degli altri, significa che, ad esempio, in questa situazione la spesa la si fa una volta alla settimana al massimo e se non si ha il pane fresco ogni giorno, pazienza. Perché dobbiamo pensare a chi sacrifica la propria vita ogni giorno per tirarci fuori da questo inferno e non possiamo continuare a guardare la punta del nostro naso.
Noi continuiamo a fare il possibile, però se tutti riflettessimo un po’ di più, potrebbe essere un buon punto di partenza.

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