Fusioni in Mugello, Scarpelli: “Da sempre favorevole. L’appello di Omoboni è tardivo”

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A qualche giorno di distanza dalla sollecitazione ai sindaci del Mugello sul tema delle fusioni dei Comuni formulata dal sindaco di Borgo San Lorenzo Paolo Omoboni (LEGGI QUI), risponde tramite una lettera il primo cittadino di Firenzuola Claudio Scarpelli, da sempre favorevole al Comune unico mugellano, ma contrariato dall’assenza di dibattito nell’ultimo periodo. Scarpelli ha parlato anche di proposta tardiva e formulata dal soggetto sbagliato.

Ecco il testo integrale:
“Caro Paolo, la tua formale comunicazione, supportata dai tuoi assessori in forma perlomeno curiosa dal punto di vista istituzionale, riporta l’attenzione sulle eventuali fusioni tra Comuni, dopo un lungo periodo di silenzio, al centro della discussione politica Mugellana. Ovvio che il Comune da me amministrato, per i motivi che tutti ben conosciamo, come estensione territoriale, marginalità, difficoltà economiche, scarsa popolazione, ecc, appare come un “partito da sposare” poco appetibile, tanto che la stessa Irpet, in uno studio di un paio di anni fa sulle possibili fusioni in Toscana, lo aveva lasciato “scapolo”.
Però a parte le difficoltà suddette, la mia posizione sulla eventualità e possibilità di accorpamenti tra Comuni è sempre la medesima, ero e resto favorevole a qualsiasi ipotesi di fusione, tanto da auspicare la creazione di un Comune unico del Mugello, non solo per ottenere i benefici economici previsti dalla normativa attuale, ma soprattutto per andare a creare un’entità più forte all’interno della Città Metropolitana di Firenze, che attualmente invece ci vede nettamente soccombenti e marginali rispetto al Capoluogo metropolitano, alla Piana Fiorentina, all’Empolese e forse addirittura al Chianti. Inutile negarlo, continuiamo ad essere considerati solo il contado e a rappresentare il fanalino di coda nelle scelte strategiche della ex provincia ed ancora di più all’interno del territorio regionale. Credo risulti evidente a tutti come le scelte economiche e finanziarie della stessa Regione Toscana, anche nel settore agricolo forestale nel quale avremmo dovuto primeggiare, sono andate ad appannaggio di tutt’altre zone come la Garfagnana, Lunigiana, Costa, Aretino, siamo arrivati dietro perfino alla Piana Fiorentina che di agricolo ha ben più poco; anche nella scelte regionali per le “aree interne” siamo stati selezionati per ultimi.
La nostra debolezza territoriale risulta ancora più evidente sul piano politico, dove da decenni, come Mugello, rappresentiamo terra di conquista per parlamentari nominati, che nel caso della mia parte politica definirei ipotetici, calati dall’alto dalle segreterie romane, che continuano spesso perfino a storpiare dialettalmente i nomi dei nostri Comuni e che, una volta eletti, tornano in Mugello solo per qualche cena conviviale.
Nonostante il positivo esempio di Scarperia e San Piero, che quotidianamente tocchiamo con mano ormai da 4 anni, la volontà concreta di portare proposte di fusione, per la stragrande maggioranza dei Comuni del Mugello, Firenzuola e Borgo compresi, è rimasta solo un’enunciazione di principio, tanto che nel corso di questi anni nessuna iniziativa politica è stata intrapresa e nessuna proposta o semplice ordine del giorno è stato posto all’attenzione di Giunta o Consiglio della Unione, organi deputati a portare avanti il programma da te ricordato, mentre Dicomano ha dovuto rivolgersi ad un Comune extraterritoriale per realizzare il suo progetto di fusione, le cui conseguenze ed impatti per la nostra Unione Mugello sono ancora tutte da quantificare. Dal punto di vista politico nel corso di questi anni abbiamo assistito, tutti, al più totale silenzio, soprattutto dalle forze politiche egemoni nel territorio Mugellano, con la mancanza di iniziative o proposte sostanziali, se si esclude il convegno del lontano Marzo 2016, organizzato a Marradi dall’allora Capogruppo delle “Liste Civiche per il Mugello” Paolo Bassetti ed un dibattito durante la festa dell’Unità di un paio d’anni orsono; la stessa nuova Amministrazione di Marradi, insediatasi da pochi mesi, nel programma di mandato per i prossimi 5 anni non fa il minimo cenno ad ipotesi di fusione. Probabilmente il campanilismo, che oggi definisci “obsoleto”, è stato una delle cause che all’inizio del 2017 ha fermato questo processo di aggregazione, un campanilismo che nel nome di un “borgocentrismo” da riaffermare con forza, portò al “golpe” che destituì il Presidente Ignesti”.
Oggi, dopo così tanto immobilismo e silenzio, accolgo con piacere la richiesta formale del Sindaco di Borgo San Lorenzo, ribadendo con forza il mio convincimento che occorrerà lavorare per la creazione del Comune unico del Mugello, permettendomi di aggiungere che, trattandosi di argomento riguardante l’assetto istituzionale dei nostri Enti, Comuni ed Unione, sarebbe stato più corretto se tale iniziativa fosse stata intrapresa dal Sindaco e dal Consiglio Comunale e non dai singoli Assessori, che pur riscuotendo la mia incondizionata stima personale e professionale, non hanno nessuna competenza in materia. Si tratta però di una proposta tardiva e sopratutto formulata dal soggetto sbagliato; tale iniziativa doveva difatti essere presa, a mio avviso, dal Presidente della Unione Mugello, garante primario dell’attuazione del programma del Ente medesimo, oggi, a 7 mesi dalla fine del mandato di tutti i Sindaci dei comuni interessati, con il sottoscritto, Palazzuolo e Vicchio che andranno certamente a sostituzione, Scarperia San Piero già fuso e Dicomano con percorso extra Unione intrapreso, dobbiamo prendere atto di non essere stati in grado di portare avanti quell’idea e che qualsiasi concreta proposta di modifica del quadro istituzionale, pur essendo ben accetta, non potrà che assumere carattere di dibattito politico e proposta di campagna elettorale che i vari candidati Sindaci proporranno ai loro potenziali elettori nella prossima primavera; qualsiasi proposta che dovesse formalmente venire da organismi istituzionali in scadenza sarebbe sicuramente fuori tempo massimo e non rispettosa delle prerogative dei nuovi sindaci che dal 2019 si assumeranno il gravoso compito di amministrare il nostro territorio”.

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