(AUDIO) “La Rosa Dei Venti”: in questa puntata ‘La scuola e lo sciopero insegnanti’

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Nella scorsa puntata della Rosa Dei Venti, abbiamo parlato dello sciopero degli insegnanti proclamato per lo scorso 8 gennaio, data del rientro dalle vacanze natalizie. In diverse strade e piazze d’Italia, da nord a sud, dalle prime ore della mattina hanno preso vita cortei e presidi.
Stando alle dichiarazioni dei sindacati e dei rappresentanti Cobas circa 20.000 lavoratori precari avrebbero incrociato le braccia, con 5.000 di questi che hanno dato inizio a un corteo protesta, che nonostante le agitazioni iniziali, con blocchi del traffico davanti agli uffici scolastici regionali, è proseguito in modo pacifico.
Roma, davanti al ministero dell’istruzione, insieme a Milano, Torino, Bologna, Genova e Cagliari, le città in cui si sono registrate più presenze.
Un gran numero maestre e maestri, accompagnati in diversi casi dalla solidarietà di famiglie e bambini, hanno manifestato la propria delusione e la rabbia in particolar modo in seguito all’ultimo pronunciamento del Consiglio di Stato che tocca da vicino il futuro di oltre 6.000 diplomati magistrali.
Secondo la sentenza, quest’ultimi assunti con riserva e impegnati in scuole materne statali e primarie, purtroppo dovranno fare un passo indietro e tornare a fare i supplenti.
Quella dei diplomati magistrali è una condizione molto diffusa nel mondo della professione scolastica, infatti sarebbero 43.600 quelli che sono stati depennati dai giudici dalle graduatorie ad esaurimento, ovvero il canale per arrivare finalmente a una cattedra di ruolo.
In seguito alla mobilitazione e all’eco sui media, non si è fatta attendere la risposta dal mondo della politica, con la Ministra Fedeli che ha dichiarato ai giornalisti la convocazione delle parti, ma solo dopo il parere dell’Avvocatura generale di Stato che permetterà una corretta interpretazione di questa discussa sentenza.
Nello stesso momento, il segretario della Lega Salvini ha colto la palla al balzo per infilare il dito nella piaga della precarietà italiana, cercando una stoccata al Governo, mettendo dentro il calderone delle proteste la riforma della buona scuola, che ha preso vita in questa ormai conclusa legislazione.
A questo punto ci chiediamo, cosa c’entra questa sentenza con la riforma voluta dal Governo Renzi?
In questo inizio anno che ci vede lanciati verso una votazione dalle prospettive quanto mai incerte, la questione scuola sembra entrare nell’agenda dei temi scottanti di questa permanente campagna elettorale.
Chi ha le idee più chiare sul futuro del sistema educativo nazionale e saprà dare la giusta risposta alle richieste dei manifestanti?

Riascolta i pareri di Paolo Cocchi, Paolo Bartolozzi, Giuseppe Matulli, Fabio Rubino, Eugenio Giani

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