(AUDIO) “La Rosa Dei Venti”: in questa puntata ‘Biotestamento è legge’

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Il 14 dicembre 2017 in Italia, il biotestamento è diventato legge.  

Una data storica che segna la conclusione di un percorso di battaglie durato 11 anni, sui giornali, nelle piazze, nelle aule dei tribunali e del parlamento, per far valere il diritto al fine vita. Periodo che ha visto il susseguirsi di scontri e incontri sulle vicende drammatiche di persone comuni che sono diventati veri e propri casi mediatici, come Piergiorgio Welby, Eluana Englaro, fino all’ultimo di Dj Fabo.

Dopo uno stallo durato otto mesi e forti tensioni all’interno della maggioranza tra Pd e centristi, appelli di senatori a vita e sindaci di tutta Italia, il biotestamento ha incassato il via libera definitivo dell’aula di Palazzo Madama con 180 sì, 71 contrari e sei astensioni, accompagnati dalle lacrime di Emma Bonino, tra i primi insieme al Partito Radicale dalla parte di quelle persone e associazioni che nel tempo hanno sbracciato per farsi ascoltare dalle istituzioni, sorde per oltre un decennio.

Una risposta dalla politica è così arrivata anche a Michele Gesualdi. L’ex presidente della provincia di Firenze e allievo di Don Milani, malato di SLA, poco più di un mese fa aveva infatti scritto una lettera ai Presidenti di Camera e Senato, chiedendo l’approvazione del testo, per poter essere libero di scegliere sul proprio futuro.

Ma prima di sentire il parere dei nostri relatori, andiamo a vediamo cosa prevede questa nuova normativa dello Stato:

Da ora in avanti, nel rispetto della Costituzione, nessun trattamento sanitario potrà essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona, che, se interessata, può coinvolgere i familiari. Così facendo verrà valorizzata la relazione di cura e di fiducia tra paziente, medico e famiglia

Inoltre chiunque, capace di intendere e volere, in previsione di un’ eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, potrà esprimere le proprie convinzioni e preferenze, sui trattamenti sanitari e saranno sempre revocabili e vincolanti per il medico. Infine ci sarà la possibilità di una pianificazione delle cure condivisa tra il paziente e il medico, nel caso ci si trovi di fronte a una patologia cronica e invalidante.


A questo punto, dopo che in molti si sono espressi dopo il voto in Senato, ci chiediamo:

L’Italia può dire di aver fatto un passo in avanti verso la tutela dei diritti civili? Con questa legge, ci sarà finalmente la libertà di scegliere un futuro dignitoso per la propria vita?

Riascolta il parere dei nostri 4 opinionisti: Paolo Cocchi, Paolo Bartolozzi, Giuseppe Matulli, Eugenio Giani

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