(Audio) “La Rosa Dei Venti”: nella prima puntata il tema “Aeroporto di Peretola”

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Nella “Rosa dei Venti” del 1 dicembre 2017 abbiamo parlato ancora una volta della questione “Aeroporto di Peretola“, tema tornato alla ribalda per la recente manifestazione di imprenditori con megafoni e striscioni per chiederne lo sviluppo. Non un fiume di persone in marcia che ha invaso la città, ma nemmeno una situazione che si presenta tutti i giorni.

Quasi 150 tra imprenditori e rappresentanti, in giacca e cravatta, di diverse categorie economiche (come Cna, Confesercenti, Confcommercio e Albergatori) per dire ‘Sì’ alla nuova pista parallela, insomma “per far volare il territorio”, come riportato sullo striscione, supportato addirittura da Ferruccio Ferragamo, alla sua prima manifestazione nella vita.

Al loro fianco c’erano anche due esponenti del governo, il viceministro per le Infrastrutture Riccardo Nencini e il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi, impegnati dalla prima ora in questa causa.

Dall’altra parte, come detto, si tratta di un progetto antico, abbandonato, ripreso, trasformato, che aveva riacquistato vigore con l’amministrazione Renzi a Palazzo Vecchio, allora d’accordo pure con Piano d’Indirizzo Territoriale del Governatore della Toscana Enrico Rossi. Piano che però ha visto la bocciatura del Tar l’8 agosto del 2016, a un passo dal traguardo.

Secondo i giudici non era del tutto chiaro l’impatto sul territorio e prima di una decisione definitiva, se costruire o meno la nuova pista, occorreva approfondire molto di più i problemi collaterali e trovare le soluzioni adeguate.

Secondo i manifestanti invece, i comuni della Piana, sulla scia del Tar, vorrebbero accantonare l’idea e metterla in cantina. In questo modo, i comuni di Carmignano, Sesto Fiorentino, Calenzano e Poggio a Caiano, sarebbero accusati di un atteggiamento Nimby, ovvero, in parole povere: “ci serve una pista, ok, me non nel nostro giardino”. Anche perché lo stop imposto dai giudici ha scombinato il maxi piano di investimenti di Corporacion America (braccio operativo di Eurnekian), che si reggeva su un importante aiuto dello Stato, per un totale di circa 320 milioni.

A gettare carne sul fuoco, nel maggio scorso, con una missione sullo stato di conservazione di Firenze, era stata niente meno che l’Unesco con alcune raccomandazioni, a promuovere l’aeroporto.

Ma non solo Peretola. Un nulla osta è stato dato anche ad altre grandi opere al centro delle diatribe dell’hinterland fiorentino. La tramvia e la Foster.

Se la prima si avvia verso la conclusione nel prossimo anno, la seconda, tribolata futuristica casa dell’alta velocità, non si sa quando darà o proverà a dare pace ai pendolari di Mugello e Valdisieve, archiviando i tanto odiati binari 17 e 18 e, si sa mai, pure qualche ritardo fisiologico al quale spesso sono rassegnati gli eroi del quotidiano.

A questo punto, dovremmo chiederci un paio di cose. Firenze metropolitana, meta di turisti da ogni parte del globo, può permettersi un aeroporto provinciale? Ma soprattutto, è possibile in una delle più importanti economie mondiali, seppur arrugginita da tempi di crisi, dopo 40 anni di ping-pong, non si riesca a riassumere le richieste di viaggiatori e imprenditori con le necessità di un limitato impatto ambientale per gli abitanti che quest’opera, in fin dei conti, la dovrebbero ospitare?

Riascolta i pareri dei nostri 4 opinionisti: Paolo Cocchi, Paolo Bartolozzi, Giuseppe Matulli, Eugenio Giani.

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