Riascolta l’ultima puntata di questa stagione …

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Riascolta l’ultima puntata di questa stagione della “Rosa Dei Venti”.
In questa puntata abbiamo parlato di “IUS SOLI” il tema scelto dal nostro Giovanni Carta. “Ius Soli”, cioè il diritto di essere cittadino dello Stato in cui si nasce, è motivo di forti discussioni e di risse in Parlamento.

L’Italia è il ponte naturale tra l’Africa e l’Europa ed ha da sempre una tradizione di migrazioni (dal nostro Paese verso l’estero) e di accoglienza solidale.
Nonostante tutto ciò, o in parte forse anche a causa di tutto ciò, il nostro Paese è finora il più restrittivo a livello europeo a concedere la cittadinanza agli stranieri nati qui.

Secondo le norme attuali, in vigore dal 1992, un bambino straniero nato nel nostro Paese è italiano se almeno uno dei genitori è italiano; invece un ragazzo o una ragazza nati in Italia da due genitori stranieri può richiedere la cittadinanza entro un anno dal raggiungimento della maggiore età. Deve però essere stato residente in Italia senza interruzioni dalla nascita.

Il nuovo disegno di legge non prevede lo ius soli vero e proprio, cioè il diritto ad acquisire la cittadinanza per tutti quelli che nascono sul territorio italiano. La proposta di legge introduce invece uno ius soli temperato, prevede cioè che possano ottenere la cittadinanza italiana i bambini stranieri nati in Italia che abbiano almeno un genitore in possesso del permesso di soggiorno permanente o del permesso di soggiorno europeo di lungo periodo. L’acquisizione della cittadinanza non sarà automatica, ma bisognerà farne richiesta. Per ottenere la cittadinanza servirà una dichiarazione di volontà espressa da un genitore o da chi esercita la responsabilità genitoriale all’ufficiale dello stato civile del comune di residenza del minore, entro il compimento della maggiore età. Chi non presenta questa dichiarazione, potrà fare richiesta della cittadinanza entro due anni dal raggiungimento della maggiore età.

Secondo la riforma, potrà ottenere la cittadinanza anche il minore straniero nato in Italia o arrivato qui prima di compiere dodici anni che abbia frequentato regolarmente la scuola per almeno cinque anni o che abbia seguito percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali idonei a ottenere una qualifica professionale. Se ha frequentato la scuola primaria, deve avere completato il ciclo con successo. La richiesta della cittadinanza deve essere presentata da un genitore, che deve avere la residenza legale in Italia, oppure dalla persona interessata entro due anni dal raggiungimento della maggiore età.

Ma come funziona in altri paesi europei?

In Germania è cittadino tedesco chi è figlio di un cittadino straniero che ha il permesso di soggiorno da almeno otto anni.
E’ cittadino britannico chi nasce nel Regno Unito anche se uno solo dei genitori è legalmente residente nel paese.
Sono francesi i figli nati in Francia da immigrati nati in Francia e i bambini nati in Francia da genitori stranieri se al compimento della maggiore età hanno avuto la residenza per almeno cinque anni.
In Spagna un bambino diventa cittadino spagnolo se almeno uno dei due genitori stranieri è nato in Spagna.
Chi nasce in Belgio, anche se di origine straniera, diventa cittadino belga quando compie 18 anni oppure quando ne compie 12 se i genitori sono residenti da almeno dieci anni.

E negli Stati Uniti? “Born in the USA” vale per tutti: negli Stati Uniti d’America vige lo ius soli puro. Chi nasce negli Usa è cittadino americano. E lo è anche chi non nasce in territorio nazionale, ma da genitori americani.
Tornando in Italia, nello specifico a Firenze, su un totale di 50mila minorenni nati in Italia e residenti adesso in città, sono 4mila i bambini nati da genitori entrambi stranieri che, in caso di approvazione della legge, potranno presentare la richiesta di cittadinanza italiana.
Sono bambini che frequentano scuole italiane, giocano con coetanei italiani, parlano l’italiano come lingua principale. Sono italiani di fatto ma non ancora per la legge.

Su internet sta girando un bel video fatto con bambini di origine straniera nati in Italia. Alla radio non possiamo farlo vedere, ma vi consiglio di andare a cercarlo per vedere come le espressioni del viso, le emozioni semplici e le parole pronunciate con spiccato accento torinese, napoletano o romano, parlano molto più di qualsiasi legge o di qualsiasi dibattito ideologico.

1) Cosa pensate dello ius soli all’italiana? Secondo voi è giusto che venga riconosciuta la cittadinanza italiana a chi nasce nel nostro Paese anche da genitori stranieri?

2) Sullo ius soli c’è chi protesta, chi chiede pause di riflessione e chi confonde volutamente il tema dello ius soli con la questione dell’accoglienza di immigrati e profughi. Secondo voi prevarrà la ricerca di una soluzione o la paura dello straniero?

Riascolta i pareri di Paolo Cocchi, Giuseppe Matulli, Paolo Bartolozzi, Eugenio Giani.

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